Si spacciavano per la banca e garantivano assegni scoperti, poi se ne andavano coi Rolex: banda sgominata

Le quotazioni dei Rolex continuano a salire, tanto che alcuni modelli sono merce rarissima nei concessionari e per acquistarli, a nuovo, è necessario sborsare cifre ben superiori a quelle di listino. In questo contesto sono in aumento anche gli episodi criminali legati al mondo dei Rolex e degli altri brand del lusso: falsificazioni, truffe di ogni genere, furti con strappo o con destrezza. Ma la modalità messa in atto da due giovani campani, arrestati per truffa, non risulta avere molti precedenti.

Secondo quanto ricostruito, i due si presentavano nei concessionari Rolex e acquistavano costosi orologi chiedendo di poter pagare con assegno. A quel punto scattava il raggiro: l’assegno era falso (perfettamente falsificato, pare) e ovviamente scoperto. Ma quando i negozianti chiamavano la banca per verificare che fosse coperto, dall’altro capo della linea la risposta era sempre affermativa. E i malviventi se ne andavano con gli orologi per un valore che – di volta in volta – andava dai 10.000 ai 50.000 euro.

Il sistema orchestrato dai malviventi era particolarmente ingegnoso. I truffatori, infatti, intervenivano sulla centralina esterna dei telefoni e in questo modo erano in grado di intercettare la chiamata dei negozianti, spacciandosi per l’istituto di credito.

I due sono stati arrestati, ma – secondo le ipotesi investigative – agivano in combutta con altre due persone. Con queste modalità avrebbero messo a segno una 30ina di colpi in diverse regioni del Nord Italia, per un bottino complessivo di oltre 300mila euro. A incastrarli è stato un tentato colpo fallito nel Bolognese.

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